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L’importanza di diventare una società benefit

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Andare oltre il profitto, perseguendo anche l’ambizioso obiettivo di fare il bene dei dipendenti e della comunità in cui si agisce. È questa la filosofia delle società benefit, gruppo in cui confluiscono tutte quelle realtà che oltre a creare utili e ad avere quindi un impatto economico sul Paese lavorano con scopi positivi in ambito sociale e ambientale, rendendosi protagoniste di una vera e propria rivoluzione della cultura del lavoro.

Una filosofia, questa, che l’Italia conosce molto bene, essendo stata nel 2016 tra i primissimi Paesi al mondo a introdurre nel proprio ordinamento le società benefit appunto (ne abbiamo qualcosa come 500 su tutta la Penisola), a cui si unisce poi il ristrettissimo cluster delle B Corporation (B Corp), nate negli Stati Uniti nel 2006 e che rispettano parametri ancor più rigidi: sul territorio italiano queste sono circa un centinaio, con oltre 4 miliardi di euro di fatturato complessivo e quasi 8mila dipendenti coinvolti.

Ed è su questa strada che Elekea viaggia spedita. La società specializzata in fitoterapia, infatti, entro fine 2020 dovrebbe raggiungere lo status benefit per poi ambire al certificato B Corp: «Non vogliamo essere i migliori al mondo, ma i migliori per il mondo – dichiara Antonella Ruperto, ceo Elekea – La nostra attività deve essere responsabile e deve continuare a diffondere l’importante concetto di sostenibilità, con azioni che minimizzino l’impatto ambientale e diano sostegno ai dipendenti e al territorio».

«Le società benefit sono una valida risorsa per il pianeta, e rappresentano la corretta risposta alle esigenze attuali globali», conclude Ruperto.

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