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L’Intervista | Sara Furnari: «Vi svelo i segreti della kinesiologia applicata»

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corpo umano - kinesiologia

«Una scienza di medicina naturale che attraverso il test muscolare permette di interrogare il corpo nel migliore dei modi circa il suo stato di salute». È questa la definizione di kinesiologia applicata che ci dà Sara Furnari, kinesiologa e psicologa intervistata da Elekea per approfondire un metodo di cura e prevenzione alternativo che «coniuga semplicità, modernità e tradizione per il benessere di corpo e mente». 

Cosa consente di scoprire il test muscolare?
«Valuta la capacità del complesso muscolare di agire in modo da costituire resistenza alla pressione esercitata dalla mano del kinesiologo. Da questa premessa vengono subito osservati e valutati alcuni stimoli e conseguenti risposte che indicano precisi trattamenti per la soluzione di eventuali disturbi. La kinesiologia applicata si avvale del diverso approccio alla malattia, passando attraverso il linguaggio del corpo con lo studio del test muscolare fino alla fisionomica e alla naturopatia. Il mondo aperto della kinesiologia applicata coniuga con semplicità, modernità e tradizione una guarigione profonda e una comprensione efficace del disturbo, proponendo lo sviluppo di una medicina biointegrata che promuove rimedi naturali per il raggiungimento del benessere dell’individuo».

Come si diventa kinesiologi?
«Sono diventata kinesiologa grazie al benessere psico-fisico ritrovato a livello personale. Ho trovato nella vita questa scienza rivoluzionaria e antica al tempo stesso, ed è nato un nuovo modo di pensare in me che ha percorso tanta strada negli anni fino alle intuizioni, le scoperte e le conoscenze che oggi mi rendono una professionista più consapevole e cosciente circa i misteri della cura della persona, che variano con curioso equilibrio da paziente a paziente. In me cresce sempre più il desiderio di essere promotrice di benessere».

Quando bisogna andare da un kinesiologo?
«Diventa necessario andare da un kinesiologo quando non si è più in grado di ascoltare il proprio corpo. Spesso trascuriamo i messaggi che esso ci invia per rimanere in salute, pensando con superficialità e omologazione. Questa trascuratezza conduce nel tempo a situazioni di salute precaria e disturbi funzionali che in base alla gravità rischiano di invalidare la vita. In questa società sembra tutto lecito anche se oggettivamente dannoso. Per questo si accetta di vivere con il reflusso gastroesofageo, oppure in sovrappeso o con un semplice gonfiore addominale. Si accettano i disturbi del sonno per anni e si convive con le intolleranze alimentari, si trova equilibrio anche con la stanchezza cronica, con disturbi della pelle e dell’umore. La nostra mente trova apparentemente soluzione a ogni disturbo, ma nel tempo questo disturbo si cronicizza e diventa malattia. Quindi se la domanda è quando andare da un kinesiologo, la risposta è al più presto se avete un disturbo tra quelli elencati o qualche altro messaggio di aiuto dal vostro corpo».

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Sei anche psicologa. Come si intrecciano questi mondi?
«Questi mondi si intrecciano magnificamente in quanto l’organismo umano è formato da tre elementi essenziali: strutturale, biochimico e psichico. Attraverso la mia formazione intervengo su due dei tre aspetti fondamentali per comprendere il corpo e il suo stato di salute. Il delicato equilibrio tra questi fattori preserva l’integrità del sistema psicofisico, mantenendolo in armonia anche con l’ambiente circostante. Il corpo umano può essere considerato come una meravigliosa struttura formata prevalentemente da ossa e muscoli, e non si possono dimenticare i pensieri, i desideri, le emozioni che sono anche espressione della salute o del disagio. La medicina naturale accetta sia la causa psichica che biochimica quanto strutturale ed esistenziale, per questo la malattia che deriva da molteplici cause può riflettersi su tutti gli aspetti della persona influenzabili tra loro, i disturbi psicosomatici ne sono la conferma. Ecco l’importanza di considerare il paziente sotto più prospettive professionali per donare in un ottica di medicina biointegrata una completezza interessante per risultati sorprendenti. Intervenire sui disagi psico-fisici utilizzando un approccio multidisciplinare vuol dire agire rapidamente sullo stile di vita, senza invasione e con nuovi pensieri esistenziali».

Kinesiologia e fitoterapia vanno di pari passo. Quanto sei legata alla natura e quanto credi nei suoi benefici a corpo e mente?
«Certo, vanno di pari passo in quanto la fitoterapia si propone come mezzo di guarigione in grado di risolvere problematiche emotive e disturbi fisici. La fitoterapia utilizza tutto ciò che è in natura, dagli olii essenziali ai fiori e alle piante considerando mente e corpo come un insieme inscindibile che va integrato nella sua struttura per giungere a una corretta diagnosi e scelta del trattamento. Personalmente sono molto legata alla natura. Gli impegni quotidiani tendono a distogliermi e a rubare il tempo utile per accedere alla natura e alle sue risorse per me. Quando guardo l’immensità del mare vedo libertà, quando guardo un lago calmo mi nutro di serenità e il cielo infinito mi fa avvicinare alla mia spiritualità. Le montagne mi fanno pensare che l’impossibile può diventare realtà e i fiumi alla possibilità di cambiare in meglio la vita se lo vuoi. I colori dell’autunno mi spingono verso il calore del fuoco di casa e i colori della primavera verso nuove esplorazioni e fantasie. Ho bisogno della natura per stare in armonia con me stessa e tutte le relazioni che vivo in famiglia e nella vita di ogni giorno dal bar con gli amici a lavoro».

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La kinesiologia può essere applicata ai bambini?
«Sì, trovo sia una medicina complementare e divertente per loro, poco invasiva nella sua espressione e risolutiva nella somministrazione. Ho avuto in cura tanti bambini, l’espressione iniziale del loro corpo è la tensione, poi questa lascia il posto a sorrisi, gioco e serenità».

Quanto credi sia affermata in Italia questa terapia alternativa?
«In Italia tante persone ormai stanche di riproporre modelli familiari e culturali poco risolutivi iniziano a intraprendere percorsi di salute alternativi come quello kinesiologico. Ancora troppi arrivano al kinesiologo solo dopo aver interpellato vari specialisti che solitamente agiscono debellando temporaneamente il sintomo. La strada della conoscenza e del benessere è in grande movimento, bisogna costruire con umiltà e attenzione al fine di proporre il meglio della sapienza ed esperienza ai nostri pazienti».

L’alimentazione, fondamentale. Con i clienti come lavorate in tal senso?
«Mangiare bene sta diventando sempre più importante sotto tanti punti di vista. Bisogna fare attenzione alla qualità, agli agenti inquinanti, alla varietà e alla componente nutritiva, senza trascurare lo stato emotivo. Mangiare bene vuol dire avere cura di sè con amore, distogliendo l’attenzione dal vortice che avvolge il nostro prezioso tempo. Ricercare tempo per pensare a una tavola sana vuol dire accostarci alle richieste del nostro corpo e della nostra mente, richieste spesso soffocate dalla fretta a dalla mancanza di conoscenza. Nel percorso kinesiologico l’attenzione che si presta al cibo va di pari passo con i risultati del benessere sperato. Quindi mangiare bene è una scelta, una ricerca di salute e di amor proprio oltre che familiare. L’alimentazione consigliata per raggiungere benefici è detossificante e alcalinizzante, il rapido stravolgimento delle nostre abitudini alimentari ha portato nelle tavole cibi poveri di nutrienti e fibre, piuttosto carichi di zuccheri e calorie. Con organizzazione, informazione e gusto si può migliorare la qualità del nostro cibo, nella misura in cui troveremo la motivazione giusta per cambiare in meglio questo aspetto della vita. Siamo quel che mangiamo. Conosciamo il cibo che mettiamo a tavola? La conoscenza è l’unico aspetto rimasto che ci rende liberi. Buon lavoro nella vostra vita».

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